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Immagine del redattoreAlessandro Catania

Il solitario vagabondo del deserto nettuniano.

È stato recentemente scoperto un pianeta extrasolare in una zona della spazio in cui non dovrebbe esistere.



Le notizie riguardanti la scoperta di nuovi esopianeti, ovvero di pianeti che orbitano attorno ad altre stelle in altri sistemi solari al di fuori del nostro, non fanno più molto notizia perché oramai, per fortuna, queste scoperte sono diventate davvero numerose. Ogni tanto però si scopre qualcosa di interessante che sconvolge alcune nostre convinzioni e ci obbliga a ripensare alle nostre conoscenze acquisite e a investire tempo ed energia per indagare più a fondo. È questo il caso di NGTS-4b, il pianeta extrasolare che orbita attorno alla sua stella in una zona in cui non dovrebbe trovarsi un pianeta con le caratteristiche osservate.


Stando ai dati pubblicati sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society dal team internazionale di astronomi guidati da Richard West del dipartimento di Fisica dell’università inglese di Warwick, questo pianeta ha una massa pari a 20 volte quella della Terra, è tre volte più grande del nostro pianeta azzurro ma ha un raggio di circa il 20% in meno di quello di Nettuno; la sua temperatura superficiale è stimata in 1000 Celsius, un valore davvero proibitivo! Un dato impressionante è il tempo di rivoluzione attorno alla sua stella: soltanto 1,3 giorni, il che significa che un anno terrestre corrisponde a 280 anni di NGTS-4b. Il pianeta inoltre è di tipo nettuniano, cioè ha caratteristiche analoghe a quelle di Nettuno, un gigante gassoso che mantiene un‘atmosfera consistente attorno a sé.


“Per trovare esopianeti si attende che transitino davanti alla loro stella, attenuandone la luminosità”

Il pianeta è stato osservato dal telescopio NGTS (da cui deriva parte del suo nome) grazie al metodo del transito, mediante il quale si cerca di rintracciare un pianeta osservando le variazioni di luminosità della stella attorno cui esso ruota. Quando un pianeta passa davanti alla propria stella, l‘intensità della luce che questa emette verso di noi, subisce un calo: il pianeta infatti getta verso di noi un piccolo cono di ombra. È così che si possono osservare anche i pianeti del nostro sistema solare (personalmente ho osservato Mercurio al telescopio come un piccolo cerchietto nero proprio durante i pochi secondi del suo transito davanti al disco solare).

I telescopi a terra sono di norma in grado di rilevare variazioni di intensità luminosa di circa l’1% ma nel caso di NGTS-4b si è riusciti a scendere allo 0,2%, un risultato tecnicamente notevole che apre le porte verso nuove scoperte simili.


“NGTS-4b è un vagabondo del “deserto nettuniano”, una zona proibita in cui non dovrebbe stare”

La particolarità è che questo pianeta, di tipo Nettuniano, si trova in una zona proibita in cui non sussistono le condizioni affinché un pianeta con queste caratteristiche possa esistere. L’esopianeta infatti mantiene una propria atmosfera consistente pur trovandosi molto vicino alla sua stella di appartenza, talmente vicino che le radiazioni stellari dovrebbero fare evaporare completamente la massa di gas che circonda il cuore roccioso del pianeta lasciandolo completamente sprovvisto di atmosfera. Tale zona proibita viene definita “deserto nettuniano”, una regione di spazio in cui nessun pianeta gassoso simile a Nettuno dovrebbe trovarsi. Eppure così non è. La spiegazione data dagli autori dell’articolo scientifico è che, con tutta probabilità, il pianeta si sia spostato in quella zona soltanto di recente, circa un milione di anni fa (che non è molto quando si parla di tempi su scale cosmiche), e che la stella attorno a cui ruota non ha ancora avuto abbastanza tempo per agire sulla sua atmosfera e vaporizzarla completamente, anche se, a quanto pare, sarà questo il destino che attende il bizzarro NGTS-4b.


Questa scoperta apre la strada a nuove osservazioni e forse ci porterà alla scoperta di altri pianeti nettuniani: è possibile che il deserto sia più popoloso di quanto si pensi.

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